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Colle Cisterna Colleferro (Roma)

Nella passata primavera è stato eseguito un intervento di scavo, programmato dalla Soprintendenza Archeologica per il Lazio, in collaborazione con l'Antiquarium Comunale di Colleferro dopo la richiesta da parte di un impresa locale per impiantare una cava di pozzolana su Colle Cisterna, nel territorio del Comune di Colleferro (RM).

Già si sapeva dell'esistenza sul colle di una cisterna romana in opera cementizia affiorante per circa un metro dal piano di campagna, inoltre i lavori della linea ad Alta Velocità avevano evidenziato ad una quota più elevata, la presenza di un fossato a sezione triangolare con materiali attribuiti all'epoca repubblicana. A seguito dei lavori per questa linea ferroviaria è anche possibile distinguere sul taglio operato per una galleria artificiale la traccia di una capanna, presumibilmente della stessa epoca. Tra il fossato e la cisterna si riconoscono anche un taglio, sul banco tufaceo affiorante, appartenente ad un percorso stradale ed alcune aree di capanne messe in risalto da presenza di ciottoli di calcare, frammenti di tegole, ceramiche d'uso domestico e ceramica a vernice nera.

Sul limite sud del colle , negli anni settanta era stata segnalata la presenza di bassi muretti e durante i lavori per l'Alta Velocità era stata recuperata un'iscrizione funeraria su marmo grigio, ora conservata nell'Antiquarium Comunale di Colleferro,  in cui si legge ancora il nome del defunto: "FECIT  [---]VIANUS": Esattamente  nello stesso punto  lo storico Stefano Serangeli (1654 - 1730) segnalava la presenza di un "..cemeterio, o sia grotta, scolpita nel masso" 

Gli undici saggi effettuati  a partire proprio dal limite sud del colle hanno evidenziato alcuni canali, scavati sul banco tufaceo, larghi circa 50 cm. e profondi dagli 85 cm al metro e trenta, che attraversano tutto il crinale collinare in senso N/S. Uno di essi incrociava perpendicolarmente un cunicolo, alto circa m. 1,50, alimentato da un pozzo rettangolare scavati entro il banco.

All'interno di uno dei canali sono stati rinvenuti numerosi frammenti di vernice nera sovradipinta, uno dei quali reca la silhouette delle gambe di un personaggio maschile in corsa.

Questo sistema idrico, probabilmente utilizzato a fini agricoli, si deve immaginare in rapporto al fossato (scoperto duranti i lavori TAV) ed alle capanne.

A poche decine di metri dalla cisterna emergente, ad una quota molto più bassa, durante lo scavo ne è emersa un'altra a pianta rettangolare, in opera cementizia, profonda circa  m. 1,60, con le pareti ed il fondo intonacate con uno spesso strati di cocciopesto. Al centro del lato sud si trova un appendice  di prolungamento, senza sbocco, stretta e lunga alcuni metri, interpretata come espediente per incanalare l'acqua pere renderne più agevole l'approvvigionamento  dall'alto.

La cisterna appartiene ad una fase più tarda dell'insediamento, infatti per la sua costruzione fu in parte distrutto uno dei canali scavati nel tufo. Insieme all'altra vasca costituivano un sistema di raccolta delle acque per l'irrigazione. Una volta esaurita questa funzione, a partire dal IV sec. d.C. la cisterna fu utilizzata come discarica di materiali. Lo scavo al suo interno ha permesso di ricuperare vasi in ceramica d'uso comune, anfore da trasporto, quasi integri, blocchi di tufo, tegole  frammenti di macine da grano e parte di un torcular. L'ambito cronologico del materiale è compreso tra il IV ed il VII sec. d.C.

Un vaso in bronzo, intero, con ansa decorata nella parte terminale dalla testa di un satiro, rinvenuto insieme ad un gruppo di tegole sconnesse, praticamente intere,  e la presenza  a poca distanza di un gruppo di una cinquantina di monete in bronzo di piccole dimensioni, molto tarde, farebbe pensare ad una tesaurizzazione avvenuta, considerando la tipologia del vaso e la datazione delle monete tra la fine del VI e gli inizi del VII sec. d.C.

L'insediamento umano fu favorito senz'altro dalla posizione del colle, predominante sia sulla via Labicana che lo lambisce sul  versante ovest sia sul ponte che permetteva a questa di traversare il Fiume Sacco (antico Tolerus) poco più a est. Non è escluso che l'insediamento repubblicano del IV-III sec. a.C. fosse incluso nel ambito del pagus di Toleria, antica comunità Latina i cui abitanti (Tolerienses) sono ricordati tra i triginta populi albenses di Pliniana memoria, ed i cui resti sono stati individuati non lontano sui Colli di S.Pietro, lungo il corso del fiume Sacco nel territorio del Comune di Colleferro.

Documentazione fotografica

 

Angelo Luttazzi

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