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       Teresa Nocita 
         
        Dieci anni di Web. Spolia: dal portale alla rivista elettronica 
      (Relazione presentata al convegno 
        LUMINAR. Internet e umanesimo. Le 
        riviste on-line: esperienze e prospettive, Venezia, Fondazione Quercini 
        Stampalia, 2-3 Febbraio 2006) 
         
        Permettetemi di iniziare con un sincero ringraziamento per l’invito 
        a partecipare a questa manifestazione, e vi prego di credere che non si 
        tratti di una frase di prammatica, perché è nell’occasione 
        di questo incontro che abbiamo l’onore di poter “festeggiare”, 
        e lo facciamo con grande soddisfazione, il nostro decimo compleanno.  
        Era infatti il 1996 quando un gruppo di “sodali”, o, per essere 
        più aderenti alla realtà, di colleghi di studio e di ricerca, 
        decise, nei rumorosi corridoi de La Sapienza, di invadere il territorio, 
        se non del tutto vergine, certo però ancora piuttosto vacuo della 
        rete. Cosa fosse Internet in quegli anni lo ricordiamo in molti: sfondi 
        grigi e austeri link azzuri e rossi, in una realtà nella quale 
        certo a primeggiare era ancora la scrittura digitale, piuttosto che le 
        immagini o i suoni. Poche società di servizi e molto modeste le 
        transazioni commerciali: i siti “vetrina” conoscevano allora 
        il loro debutto e lo spazio virtuale era ancora appannaggio sicuro per 
        iniziative culturali, anche qualora si sviluppassero al di fuori dei binari 
        istituzionali. Così è stato per SPOLIA. La provenienza (e 
        la permanenza) nei ranghi universitari di molti dei suoi redattori non 
        deve infatti trarre in inganno. Nel 1996 non sapevamo ancora cosa avremmo 
        fatto con la nostra laurea in lettere; certo la ricerca ci appassionava, 
        ma non potevamo (e non volevamo) fare appello alla tutela dell’ateneo 
        per una scelta arbitraria e dettata più dall’entusiasmo, 
        che da una ponderata decisione, come quella di fondare un sito dedicato 
        agli studi medievali. Si opponeva inoltre come difficoltà oggettiva 
        l’assetto multidisciplinare dello spazio: a chi chiedere allora 
        una sovvenzione? Alla cattedra di Storia Medievale o a quella di Filologia 
        Romanza ? Le anguste logiche di retribuzione dei fondi di ricerca sarebbero 
        sicuramente cadute in imbarazzo. Decidemmo pertanto di allestire uno spazio 
        autonomo, che traesse elementi di forza dalla sua collocazione ai margini 
        del sistema universitario. 
        Primo vantaggio fra tutti, a nostro giudizio, è il già ricordato 
        assetto multidisciplinare del sito, nel quale riconosciamo l’imprescindibile 
        presupposto per un proficuo scambio culturale tra saperi diversi; rifiutando 
        di limitarsi all’informazione relativa ad una singola disciplina 
        SPOLIA si apre ancora oggi ad ospitare contributi di letteratura, linguistica, 
        musica, arte, archeologia, filosofia, filologia, informatica umanistica, 
        musica, paleografia, codicologia e storia. 
        Attraverso il nuovo medium la nostra voce voleva superare in confini della 
        dimensione geografica italiana; con Internet miravamo al coinvolgimento 
        di studiosi europei e d’Oltreoceano in un dibattito scientifico 
        che potesse offrire motivi di confronto e di contatto utili allo sviluppo 
        delle ricerche. 
        Non volevamo però precludere la fruizione dei materiali all’utenza 
        generica ed abbiamo sempre tentato di soddisfare le curiosità degli 
        appassionati, senza indulgere però alla divulgazione, ma conservando 
        uno standard informativo di carattere specialistico e scientifico.  
        Rispetto ai più famosi modelli americani (Labirinth, Netserf) che 
        nel 1996 si imponevano come riferimento obbligato, si è deciso 
        da subito di non aderire in modo ortodosso alla forma del portale, ovvero 
        del sito collettore di indirizzi Internet, reputando tale struttura certo 
        utile agli utenti come guida per la rete, ma forse poco adatta per la 
        trasmissione di contenuti.  
        Il sito è stato perciò concepito come un indirizzo telematico 
        che, piuttosto che “smistare” il traffico dei medievisti in 
        rete, potesse ospitare notazioni sintetiche, di carattere giornalistico, 
        alle quali, sfruttando le potenzialità di Internet, si potesse 
        garantire una diffusione anticipata rispetto ai canali convenzionali di 
        pubblicazione, nella maggior parte dei casi cartacei. Mi riferisco in 
        particolare alle segnalazioni di ricerche in corso di svolgimento, ai 
        resoconti da convegni e mostre, apparsi in SPOLIA molto spesso prima della 
        pubblicazione degli atti o dei cataloghi delle esposizioni, e alle recensioni 
        di articoli e libri, che abbiamo cercato di fornire in tempi brevi rispetto 
        alla data di pubblicazione degli stessi.  
        Per dare risalto all'informazione normalmente meno valorizzata, ma non 
        di scarso rilievo, abbiamo volentieri ospitato abstracts di tesi di laurea 
        e di dottorato, aprendo il nostro spazio a quella “letteratura grigia” 
        di difficile reperimento, la cui memoria viene spesso, ingiustamente, 
        dannata.  
        Non sono mai mancate in SPOLIA comunicazioni più articolate, quali 
        contributi inediti, ovvero veri e propri studi di carattere monografico. 
        Questi ultimi rispondono spesso, nella settorialità degli argomenti 
        affrontati (basti pensare alla sezione archeologica dedicata alla Storia 
        del Lavoro o a quella storica di Diritto Canonico), a quei requisiti di 
        specificità propri dell’informazione scientifica più 
        precipua, oggi messa duramente a repentaglio dalla crescente mole di risorse 
        didascaliche genericamente illustrative (penso al superficiale enciclopedismo 
        di certi indirizzi culturali e alla conseguente riduzione dell’esplicazione 
        a formule orecchiate di carattere mnemonico). 
        Ci è stato spesso, e proprio recentemente, imputato di non garantire 
        un aggiornamento esaustivo in materia di novità bibliografiche. 
        La sezione dedicata alle riviste specializzate e alle principali case 
        editrici si presenta in effetti, e volontariamente, come uno spazio selettivo, 
        nel quel trovano posto solo quei titoli che hanno sollecitato l’interesse 
        dei redattori. Non crediamo rientri tra i fini che ci siamo prefissi quello 
        di spogliare indiscriminatamente riviste e cataloghi editoriali. Il pulpito 
        di SPOLIA vuole provocatoriamente portare alla ribalta non “l’universo 
        mondo” ma quanto di esso possa significativamente stimolare la riflessione 
        e la discussione (e per questo abbiamo scelto un mezzo interattivo come 
        la rete). 
        Pensiamo inoltre che selezionare le testimonianze in base a criteri di 
        importanza e rappresentatività (seppure secondo il giudizio opinabile 
        della redazione) possa fornire un concreto aiuto all'utente di Internet, 
        spesso sommerso da una mole di informazioni che risultano difficili da 
        gestire, perché disordinate e particolarmente numerose, di dubbia 
        attendibilità e, soprattutto, difficili da verificare.  
        Ci è sembrato invece opportuno assolvere da subito le funzioni 
        di un bollettino riguardo alle più diverse manifestazioni medievali 
        in corso (convegni, mostre, concerti, spettacoli), che vengono spesso 
        poco pubblicizzate oppure divulgate tardivamente, con conseguente danno 
        per la riuscita degli eventi. 
        Come appare dall'indice, il sito è articolato in sezioni e sottosezioni 
        dirette da diversi responsabili. Questi ultimi coordinano gli spazi come 
        dei contenitori aperti ad ospitare l'attività di più collaboratori, 
        in modo da garantire ricchezza e continuità all'informazione, e 
        esercitano inoltre un rigido controllo sulla qualità delle comunicazioni. 
        I contributi di SPOLIA si caratterizzano infatti, lo ripeto, per la loro 
        attendibilità scientifica, e, sviluppandosi per lo più come 
        riflessioni a margine dell'attività di ricerca dei singoli collaboratori, 
        hanno un carattere strettamente specialistico. È per questa ragione 
        che ogni segnalazione, anche quelle di carattere più strettamente 
        informativo, è di regola accompagnata da una minima nota critica 
        e bibliografica. Tutti i contributi sono firmati. 
        Pur non essendo stati sostenuti economicamente da alcuno sponsor pubblico 
        o privato, il sito ha registrato da sempre un buon indice di frequentazione. 
        Due anni fa, avvertita l’esigenza di una migliore definizione della 
        natura della risorsa, abbiamo preferito assumere “ufficialmente” 
        l’assetto di una rivista telematica e recidere definitivamente il 
        legame con quella forma ibrida di “portale arricchito dalla pubblicazione 
        di contributi” che ci aveva caratterizzato dagli esordi. La periodicità 
        indicata sui documenti di registrazione presso il tribunale ci dichiara 
        un quindicinale. In realtà crediamo sia una prerogativa da non 
        disattendere per un e-zine quella di poter approfittare della relativa 
        facilità della pubblicazione degli aggiornamenti per garantire 
        una divulgazione anche più serrata dei testi (senza arrivare comunque 
        a sovrapporsi ai quotidiani). 
        Da una costola della rivista ha avuto origine l’anno scorso un nuovo 
        servizio di editoria elettronica. Le Edizioni SPOLIA, per la distribuzione 
        di monografie in formato ebook, tendono a supplire all'impossibilità 
        del periodico di ospitare contributi lunghi ed articolati, che mal si 
        collocherebbero tra le sezioni di una rivista telematica. L’iniziativa 
        nasce in risposta a diverse sollecitazioni dell'utenza Internet ed è 
        pertanto concepito come implementazione delle possibilità di divulgazione 
        di materiali scientifici, offerta dal sito omonimo. 
        Primo titolo pubblicato nel 2005 è stato Il "Bestiario" 
        di un autore trecentesco. Repertorio ipertestuale delle occorrenze zoonime 
        nelle opere volgari di Giovanni Boccaccio, di Valeria Mouchet, che ha 
        inaugurato la collana Media Aetas, dedicata agli studi medievali e da 
        me diretta. 
        Per ogni monografia garantiamo la consultazione parziale dei contenuti, 
        in una vetrina di testi on line scaricabili gratuitamente, che è 
        possibile raggiungere in SPOLIA. L'accesso alla versione integrale degli 
        Ebook è invece consentito previa prenotazione delle copie in formato 
        Ebook, che vengono scaricate dalla rete oppure distribuite su CD-Rom e 
        recapitate all'utente a domicilio. 
        Analogamente alla rivista la casa editrice omonima si propone di rispondere 
        alle esigenze di un pubblico di lettori/autori quanto mai vario, cercando 
        di soddisfare le curiosità dell'erudito e nel contempo prefiggendosi 
        di assolvere alle necessità formative di studenti della scuola 
        secondaria e dell'università, senza disattendere le aspettative 
        di quanti sono impegnati nella ricerca scientifica. 
        La varietà di modalità espressive e divulgative di scrittura 
        digitale che abbiamo tentato di garantire, tanto con la rivista quanto, 
        adesso, con le edizioni, era in un certo senso connaturata alla polisemia 
        implicita nel titolo che avevamo scelto per la nostra prima incursione 
        nella rete: SPOLIA. 
        Manufatto antico fisicamente traslato in un nuovo contesto, ovvero citazione 
        colta attuata mediante processi di riproduzione / imitazione, lo spolium 
        è espressione autentica ed originale del mondo medievale.  
        Letteralmente spolia sono i beni strappati in guerra agli avversari, ai 
        quali possono essere assimilate le testimonianze artistiche, letterarie 
        e storiche del passato medievale, se considerate come una preda sottratta 
        allo scorrere del tempo, nemico della memoria.  
        Ma è con l’accezione assunta in archeologia che il termine 
        spolia si carica di un significato aggiuntivo e seducente. Con questa 
        denominazione si intende definire quei frammenti di monumenti antichi 
        che, inseriti in ambienti architettonici diversi da quello originale, 
        vengono così impeghiati per realizzare nuove costruzioni. A questa 
        operazione di "reimpiego", tipica della tecnica di edificazione 
        medievale, si accompagna spesso una rilettura dello spolium che, nel nuovo 
        contesto, assume anche un nuovo significato. 
        Analoga ci pare la dialettica di tradizione/innovazione all'origine della 
        composizione delle opere artistiche e letterarie. La citazione, l'allusione 
        e le altre forme dell'intertestualità misurano infatti il legame 
        con i contemporanei e con i predecessori reinterpretando le testimonianze 
        attraverso la loro collocazione in un nuovo spazio semantico, letterario 
        o artistico, e quindi visivo, che sia. 
        Simile è pure l'operazione della critica, che ha costruito e continua 
        a sviluppare letture ed interpretazioni diverse, contestualizzando i documenti 
        del passato all'interno di ipotesi critiche differenti. 
        Il termine spolia racchiude dunque i tre aspetti che abbiamo sempre inteso 
        sottolineare nella presentazione dei materiali: quello di documenti storici, 
        innanzitutto, quello di opere artistiche nate dal processo tradizione/innovazione 
        e quello di oggetti di riflessione critica. 
        Il fenomeno delle spolia, nella ricchezza di valenze semantiche ed implicazioni 
        storico-culturali, è stato perciò scelto a denominare le 
        nostre iniziative digitali.  
      Teresa Nocita 
       
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