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Maurizio Lupoi, Alle origini del mondo giuridico europeo. Saggio storico comparativo, Roma, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, 1994. Antonio Padoa-Schioppa, Il diritto nella storia d’Europa. Il Medioevo, Padova, CEDAM, 1995.

Solo da pochi anni la storiografia ha cominciato a considerare l’evoluzione del diritto medievale in una dimensione europea, nella convinzione dell’esistenza di una tradizione giuridica comune caratterizzata, al di là della diversità delle singole manifestazioni, da identità di valori e principi (eredità romana e tradizione germanica, cultura cristiana, circolazione di norme e dottrine). Ciò vale in particolare per l’Alto Medioevo, nel quale Lupoi riconosce un vero e proprio ius commune fondato sulla comunanza di principia e regulae e che ebbe fine nel secolo XI, quando su basi completamente diverse - in contrapposizione agli iura propria - nacque lo ius commune “per eccellenza”. In quest’ottica appare particolarmente fecondo l’uso di un metodo storico-comparativo che, mettendo a confronto nel lessico e nei contenuti fonti non solo giuridiche provenienti dalle più disparate zone del nostro continente, individui lo “stile” e i caratteri comuni del diritto europeo altomedievale, senza trascurare la grande varietà e ricchezza delle sue linee evolutive.
Maurizio Lupoi e Antonio Padoa-Schioppa procedono da questa analoga posizione, ma si differenziano per il punto di vista con il quale affrontano l’argomento e nell’organizzazione delle loro opere.
L’interessante volume di Padoa-Schioppa si inserisce a buon diritto nella migliore tradizione della storiografia giuridica italiana, che, sulla scia dell’opera di Calasso, ha dato e darà ancora sintesi storiche di grande pregio. La materia è illustrata con estrema chiarezza e lucidità - “il libro è pensato per giuristi e per non giuristi, oltre che per gli studenti: non per gli specialisti”, scrive l’autore - e, soprattutto, il fenomeno giuridico appare sempre esposto e e interpretato come manifestazione di una civiltà in un dato contesto storico.
Profondamente differente è lo studio di Lupoi. Organizzato in una serie di esposizioni tendenti ad esaurire, per “spaccati” sincronici, ogni aspetto del diritto dei secoli V-XI - cioè tra il venire meno della produzione normativa romana dopo il Codex Theodosianus del 438 e il suo riemergere in un contesto affatto diverso -, in esso il dato fenomenico viene estrapolato e reinterpretato sulla base del dato antropologico e culturale, in una visione che privilegia il modo di produzione delle regole rispetto a quest’ultime, l’operare delle fonti rispetto alla norma, la circolazione dei modelli rispetto a quella dei precetti, e, in generale, “i fenomeni di comunicazione nelle loro variegate attestazioni”. Completano il quadro sei excursus su problematiche più particolari, che non hanno trovato diritto di cittadinanza all’interno dell’esposizione principale.
Entrambe le opere sono corredate di un’ampia e aggiornata bibliografia.

Mauro Lenzi

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