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Giovanna Salvadori Amaduzzi, Intorno ad Andrea di Francia

I recenti studi critici sono in grado di fornirci poche notizie sul misterioso Andrea di Parigi o di Francia, cui il canzoniere C (Berna, Stadtbibl. 389) attribuisce una canzone d’amore altrimenti data a Gace Brulé o Raoul de Ferrières (cfr G. S. Trébutien, Les Chansons de Messire Raoul de Ferrières, très ancien poète normand, Caen, 1847, n.8; J. Brakelmann, Les plus anciens chansonniers français II, Marburg, 1896, p.50).

Rimane per questo di attualità la monografia di Giovanna Salvadori Amaduzzi, discussa come tesi di laurea sotto la direzione di Aurelio Roncaglia all’Università di Roma "La Sapienza".

L’accurato schedario di citazioni di trovatori provenzali (da Jordan Bonel de Confolens, a Gaucelm Faidit, Raimbaut de Vaqueiras, Aimeric de Peguilhan etc.), che riconoscono in Andrea il termine topico di paragone per la definizione dell’amore infelice, costituisce il punto di partenza dell’Autrice per l’analisi delle diverse ipotesi di identificazione proposte dalla critica.

Per la paradigmaticità della suo dolore amoroso Andrea fu infatti considerato immagine poetica di Andrea Cappellano (Crescimbeni, J. Grimm) o, più verosimilmente secondo la Salvadori Amaduzzi, del protagonista di un romanzo alla moda oggi perduto (Trojel).

Certo la sua triste vicenda dovette affascinare autori e pubblico, se se ne trova eco anche al di fuori della tradizione provenzale nel Chastoiement d’un père à son Fils (vv. 90 e sgg.) e nella Historia comitum Ghisnensium di Lambert d’Ardres (Mon. Germ. Hist., XXIV, 568).

Pur in assenza di dati storici che possano essere invocati a sostegno delle numerose attestazioni poetiche, le meditate conclusioni della ricerca non rinunciano a proporre un’identità per Andrea, facendo luce così su un fortunato exemplum della letteratura francese medievale.

Teresa Nocita

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