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Agati M.L., Le integrazioni di Giovanni Onorio da Maglie, in Byzantina Mediolanensia. V Congresso Nazionale di Studi Bizantini (Milano, 19-22 ottobre 1994). Atti a cura di Fabrizio CONCA, Soveria Mannelli-Messina 1996 (Medioevo Romanzo e Orientale. Colloqui, 3), pp. 13-26 — Sull’attività di Giovanni Onorio da Maglie, scriptor nella Biblioteca Vaticana dal 1535 al 1562, quale restauratore di codici greci.

Fonkic B.L., Sugli autografi del copista Metodio. BollGrott n.s. 47 (1993) (pubbl. 1997) 97-101. — Secondo I.P. Medvedev il copista Metodio, cui si deve il cod. Petropolit. gr. 243, ha vergato anche il cod. Brit. Library Addit. 8241, contenente le "Canzoni d’amore rodiesi". Tale identificazione, fondata sulla comparazione delle grafie, è contestata da F., secondo il quale si deve piuttosto attribuire a Metodio il Petropolit. gr. 118, scritto a Costantinopoli nel monastero tôn Hodêgôn circa la metà del sec. XIV.

Lucà S., Lo scriba e il committente dell’Addit. 28270 (ancora sullo stile «rossanese»). BollGrott n.s. 47 (1993) (pubbl. 1997) 165-225, 16 tavv. — La sottoscrizione di un ms. membranaceo già appartenuto alla biblioteca del S. Salvatore di Messina, ora nella British Library con la segnatura Addit. 28270 (Vite di santi, Pratum di Giovanni Mosco), indica il nome del committente, Môlè toû Palatíou, quello del copista, Nicola eutelès kalligráfos kaì tapeinòs chthamalós, e la data in cui la copia fu terminata (3 agosto dell’a.m. 6619 = a. D. 1111). Partendo da questi elementi, L. svolge un’ampia ricerca, le cui conclusioni sono le seguenti: 1) il copista dell’ Addit. 28270 non si può identificare, nonostante l’omonimia, con il Nicola chthamalós kaì eutelès foitêtés che sottoscrisse il Bodl. Corpus Christi College 25 in data 7 giugno 1109 (le due grafie sono differenti, pur essendo riferibili entrambe allo «stile rossanese»); 2) la dizione «stile rossanese» è tuttora valida: essa si riferisce più precisamente ‘a una scrittura calabro-rossanese, che risulta adoperata nei centri di influenza del Patir tanto in Calabria, quanto in Sicilia, specialmente a Messina e in Val Demone’; 3) nel committente, Molè Palates, si riconosce il membro di una nobile famiglia calabrese, suocero del notaio messinese Nicola Patrizio (presente in documenti messinesi degli anni 1142, 1144, 1146 oggi nell’Archivio Medinaceli ) e fratello sia del celebre Scolario/Saba, fondatore del monastero messinese di S. Salvatore di Bordonaro, sia di Nicola/Nicodemo, fondatore dell’altro monastero messinese di S. Maria di Massa. Ciò fornisce a L. l’occasione per riaffermare ‘che la cultura greca d’età normanna è indotta non certo dagli Altavilla... ma proprio dai circoli colti delle classi aristocratiche grecofone’; 4) la dizione "stile rossanese" è pienamente legittima, né si può farne dipendere l’origine dai modelli manoscritti riportati da Costantinopoli da parte di Bartolomeo da Simeri, dato che il viaggio di Bartolomeo si colloca dopo il 1110, mentre la minuscola di Rossano appare pienamente formata sin dagli anni Ottanta del sec. XI. Alla fine di questo denso e importante studio, L. colloca un excursus su alcuni codici in stile rossanese. Il lavoro è corredato da un Indice delle testimonianze scritte (pp. 222-225).

Mondrain B., Antoine Eparque et Augsbourg: le catalogue de vente des manuscrits grecs acquis par la ville d’empire. BollGrott n.s. 47 (1993) (pubbl. 1997) 227-243 — M. pubblica una seconda copia della lista greco-latina dei manoscritti greci messi in vendita da Antonio Eparco e acquistati nel 1544 dalla città bavarese di Augusta (Augsburg), corredandola dei riferimenti ai codici Monacenses graeci cui ogni titolo corrisponde. La lista qui pubblicata, trovata dall’A. negli archivi della città di Augsburg, è anteriore e superiore all’ altra, pubblicata da tempo, conservata nel Vindob. 9734. Nella sezione latina M. riconosce la mano dell’umanista Wolfgang Musculus (1497-1563), colui appunto che convinse il Consiglio della città di Augusta ad acquistare i codici di Eparco.

Vendruscolo F., La Consolatio ad Apollonium fra Mistrà (?) e Padova: apografi quattrocenteschi del Bruxellensis 18967 (b). Bollett. dei Class. s. III 17 (1996) 3-35, 4 tavv. — Una dozzina di mss. del XV secolo contenenti la Consolatio pseudo(?)-plutarchea si rivelano discendenti, più o meno diretti, del cod. 18967 della Bibliothèque Royale di Bruxelles vergato a Costantinopoli nella prima metà del XIV secolo. V. ne studia l’origine e la localizzazione (Mistrà / Corfù, Creta / ambiente degli umanisti italiani). Da b, forse giunto a Venezia, deriva anche l’Aldina del 1509.

Andrea Luzzi


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